Non è corretto accusare di collusione mafiosa il candidato Lagalla ed i candidati che lo sostengono. Anche il candidato di Forza Italia, che e stato arrestato con l’accusa di avere stretto un patto coi mafiosi per avere più voti, fino a sentenza definitiva va considerato innocente anche se la sua immagine per la sua lista non è certo motivo di vanto.
La questione è la qualità dell’offerta politica: perseguire il bene comune non è una scelta ideologica. È la scelta politica più feconda e produttiva di benefici per tutti, nessuno escluso. Per intenderci la ricerca del bene comune a lungo termine può risultare utile anche per i più rapaci e arraffoni, che se ne avvantaggerebbero insieme a tutti gli altri cittadini.
Una politica miope, intenta a guardare solo ai vantaggi immediati, nella quale elettori ed eletti si chiedono solo quale tornaconto possono trarre dal voto, è desertificante ed il deserto civile che si produce è l’habitat ottimale per le mafie, perché queste prosperano quando il settore pubblico è sgangherato e permeabile agli interessi particolari.
Per questo una politica di bocca buona, egoista, all’insegna della furbizia e del sodalizio opaco o comunque non trasparente, una politica per la quale i voti non hanno odore o sapore, condanna la nostra città a rimanere terra di compromesso per tanti e terra d’origine della migrazione dei giovani più volenterosi.
Infine è necessario dare risposte a chi afferma che l’amministrazione che sta tramontando – in modo tanto misero – ha sempre rivendicato la propria estraneità alle logiche clientelari ed ha prodotto lo sfacelo che abbiamo davanti.
Avete visto qual è lo stato della macchina amministrativa del Comune? Con non pochi dipendenti che partecipano in orario di lavoro a manifestazioni politiche in favore di candidati che hanno animato l’opposizione? Questa è la macchina con cui ha lavorato Leoluca Orlando ed una responsabilità a nostro avviso non può essergli negata: avere lasciato passare gli ultimi anni senza fare un tagliando coraggioso a questi uffici premiando i meritevoli, mettendo in sesto le situazioni critiche e denunciando in ogni modo la carenza di forze umane per il funzionamento della città.
Comunque è certo che nessuno potrà salvare Palermo se non noi stessi palermitani. Non possiamo sperare di ottenere risultati differenti comportandoci come sempre. Dobbiamo uscire dalla sfera dei “fatti nostri” e occuparci, con un minimo di buona volontà dei temi comuni. Delle questioni del Comune.
Nessuno verrà da fuori a mettere a posto le cose.
E questo vale per Palermo come per qualsiasi altro luogo.
Hai messo il dito nella piaga