Tanti i post relativi alla denuncia pubblica di Fedez.
Abbiamo un’idea precisa del mondo della politica e un po’ anche del mondo dei grandi burocrati, contiguo a quella. Sappiamo che la politica è governata da una sorta di etica tribale per cui il tuo clan va sempre e comunque difeso, mentre bisogna approfittare delle defaillances degli altri clan.
Il burocrate obbedisce agli ordini della parte politica cui deve il proprio ruolo e, se può evitare di assumere posizioni nette contro gli altri politici, cerca di evitare i guai, alla ricerca di un quieto vivere tanto agognato quanto improbabile in posizioni desideratissime e quindi invidiatissime.
Insomma evita di farsi (altri) nemici.
Oggi sono quasi tutti pronti a lapidare i funzionari della RAI che hanno provato ad esercitare il pessimo tentativo di censura preventiva denunciato da Fedez e altrettanti lodano la libertà ed il coraggio del cantante.
E da un po’ di tempo che nutriamo un certo disagio di fronte al consenso generale, specie rispetto ai fatti e agli atti clamorosi
I laudatori chi sono? Di norma che comportamenti tengono? Si astengono dall’esercitare il proprio potere sulla RAI?
Oppure stanno solo attaccando i vertici della RAI, espressi a suo tempo dalla Lega?
Mi sembrano molto più interessanti i commenti di Sigfrido Ranucci e di Beppe Giulietti, che liberamente interpretiamo così: un sistema ingessato in RAI c’è e va rimosso, perché la RAI è l’azienda culturale più importante del Paese. E Fedez, ma non solo lui, va lasciato lasciato parlare liberamente, anche quando dice cose che non piacciono ai nostri amici.
In definitiva la Lega deve togliere le proprie grinfie dalla RAI, ma non a favore di PD e M5S, a favore della qualità del pubblico. Si può fare?
Se così fosse sempre, si parlerebbe molto di più della sostanza delle cose e non solo di ciò che vuole la politica. E proposte di legge sacrosante come il ddl Zan sarebbe già legge, come avviene in tanti paesi dell’Occidente più avanzati del nostro.
Nella constatata e constante assenza del minimo sindacale sia di rigore morale che senso civico ed ormai estinta ogni traccia che possa identificare un etica comunicativa, la RAI dev’essere sottratta alle tentacolari azioni di controllo tossico della politica dei politicanti contemporanei.